6) ULISSE DI RETRO AL SOL DEL MONDO SANZA GENTE – LA FINE DEL VIAGGIO DI ULISSE.

L’amore per il sapere spinge Ulisse ed i suoi compagni a visitare il mare oltre lo stretto di Gibilterra fin nel “Morocco, e l’isola de’ Sardi, e le altre isole intorno”.

Per lui il mediterraneo appare quasi troppo angusto!

Ulisse ed i suoi “frati” eran già vecchi quando passano la foce stretta (tra due monti: Calpe e Abila); le colonne ove Ercole segnò il confine delle conoscenze umane e del mondo civilizzato e “non plus ultra” era consentito andare.

Ulisse si è spinto tanto avanti nel suo viaggio da giungere fino all’equatore ed entrare nell’emisfero australe cioè nell’oceano atlantico: Ulisse vuole andare “di retro al sole senza gente”, vuole andare nell’oceano atlantico che gli uomini dell’epoca di Dante rappresentavano i confini del mondo conosciuto e che Dante stesso, non essendo copernicano, utilizza come separazione tra il mondo dei viventi e il mondo senza gente, quella parte del globo terrestre negata ai viventi, dove l’unica terra emersa è la montagna del Purgatorio.

Il viaggio di Ulisse dura da cinque mesi: essi hanno oltrepassato l’equatore e stanno per giungere all’epilogo. L’accesso al Paradiso terrestre era stato interdetto a tutti gli uomini.

Tutte le stelle già dell’altro polo vedea la notte e le nostre non surgean fuori dal marina suolo… quando apparve un montagna bruna, per la distanza, alta tanto quanto non avea veduta alcuna… Ulisse vuole andare “di retro al sole senza gente” vuole andare nell’oceano atlantico che gli uomini dell’epoca di Dante rappresentavano i confini del mondo conosciuto e che Dante stesso, non essendo copernicano, utilizza come separazione tra il mondo dei viventi e il mondo senza gente, quella parte del globo terrestre negata ai viventi, dove l’unica terra emersa è la montagna del Purgatorio.

Per Dante comunque l’impresa di Ulisse come il tentativo di scoprire l’ignoto, nuovi mondi e terre, rappresenta la violazione delle leggi divine!! C’è anche da notare che per l’uomo medievale era fondamentale stabilire il valore positivo o negativo della conoscenza, dove l’aggettivo sapiente non era sempre considerato con un’accezione positiva, ma occorreva distinguere tra vera sapienza (se questa era rivolta a Dio) e vana sapienza (se questa invece aveva come fine le cose terrene, ed era quindi considerata come cupidigia e superbia).

Raggiunta la montagna del purgatorio, una tempesta si scatenò in mare e colpì la prua della nave facendola ruotare tre volte su sé stessa e, infine, facendola colare a picco!