1) NEL 700 ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DANTE.

Voglio celebrare anche io, modesto ma assiduo studioso di Dante, il 700 anniversario della sua scomparsa… e voglio farlo ricordando anche il mio amato professore di Italiano Mario Monterosso, deceduto anche lui, come il poeta, nel settembre del 1989 e “responsabile” del mio persistente culto dantesco.

Il professore di Italiano Monterosso, persona molto preparata e gentile, “pretendeva” dai suoi studenti anche la conoscenza a memoria di interi canti della Commedia… e tra questi per noi giovani quello di Ulisse arguto eroe della conoscenza e dei valori dell’umanità. Il mio professore insegnando non richiedeva solo nozioni, ma cercava in ogni modo di attivare l’amore per lo studio, la saggezza e soprattutto la fermezza delle posizioni morali.

Io tutt’ora continuo a memorizzare la commedia e qui Vi reciterò proprio il XXVI canto dell’inferno di Ulisse e Diomede.

Tutto ciò per rendere testimonianza della mia riconoscenza per due personaggi importanti della mia vita e anche per confermare la grande attualità dei due MITI GRECI e della bruciante, insostituibile, inesauribile, importanza della conoscenza umana.

È ormai universalmente assodato che IL VIAGGIO DI ULISSE RAPPRESENTA LA METAFORA DEL VIAGGIO DELLA VITA DI OGNI UOMO.

Saper sopravvivere significa avere astuzia, prudenza, dissimulazione, umiltà, prevedibilità e soprattutto aver coscienza di non sapere mai abbastanza!!!

La vita si complica se pensiamo che agire quotidianamente significa usare in maniera consapevole il nostro “conscio ed inconscio” sapendo che il nostro inconscio non è conosciuto e non è immutabile!